All’ANP non sfugge come la natura delle misure introdotte faccia riferimento a competenze chiaramente in capo ai Dipartimenti di Prevenzione e non certo alle istituzioni scolastiche.
Risulta confermato, d’altro canto, che la scuola è riconosciuta, sin dall’inizio dell’emergenza pandemica, quale una delle istituzioni più affidabili per l’attuazione efficace delle misure di contenimento del contagio. Questo in virtù della serietà e della dedizione finora dimostrate concretamente da tutti i suoi operatori e, in primis, dai dirigenti scolastici sui quali incombono le maggiori responsabilità.
Il senso dello Stato dei colleghi è fuori discussione, come anche il loro senso di responsabilità, e forse è proprio per questo che si continuano ad attribuire loro adempimenti che spetterebbero ad altri soggetti.
Se il Paese non si è fermato e si sta rilanciando lo si deve anche al loro impegno. Per questo, oggi più che mai, l’ANP pretende che questo impegno, dimostrato con i fatti, sia parimenti riconosciuto con dei fatti.
Tra questi vi è lo stanziamento, nella legge di bilancio, delle risorse necessarie a risolvere la questione retributiva. I contratti integrativi regionali, nel migliore dei casi, sono fermi al 2018/2019; il FUN 2019/2020 non è stato ancora certificato; molti dirigenti non percepiscono ancora la parte variabile della retribuzione di posizione. I dirigenti scolastici, inoltre, continuano a garantire l’esercizio del diritto allo studio nonostante dispongano di risorse umane inadeguate nel numero e, spesso, nella preparazione professionale: molte sono le segreterie prive di DSGA e, talora, con assistenti amministrativi non effettivamente qualificati e mai come in questi momenti risalta la necessità di figure che possano supportare il dirigente scolastico nell’organizzazione delle attività (middle management).
Prendiamo atto del supporto operativo fornito oggi dal Ministero dell’istruzione per facilitare l’attuazione di adempimenti che, ribadiamo, non rientrano nelle prerogative dei dirigenti scolastici. Lo stesso Ministero, tuttavia, non può limitarsi a fornire indicazioni e continuare a non dimostrare consapevolezza della gravità della situazione.
Quale datore di lavoro non può più esigere dai dirigenti delle scuole quanto finora da questi assicurato senza dotarli degli strumenti necessari (organici adeguati nella consistenza e nella preparazione professionale) e senza riconoscere il lavoro svolto con una retribuzione equa. I dirigenti scolastici non si sottrarranno neanche in questa circostanza a dare il loro contributo per l’interesse del Paese assumendosi anche responsabilità che competerebbero ad altri soggetti.
Il Ministero, hic et nunc, deve però dimostrare concretamente l’attenzione che spetta ai suoi dirigenti.
Il riconoscimento della dedizione e della serietà dimostrate dalla categoria non può più essere affidato a dichiarazioni di intenti rese nel corso di tavoli sindacali che rischiano di essere ormai improduttivi.
L’ANP pretende azioni concrete.
Diversamente, la mobilitazione della categoria sarà inevitabile.
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