Sulla retribuzione dei dirigenti ci sono gruppi e formazioni pseudo sindacali che stanno raccontando molte castronerie che dimostrano, che i soggetti che le diffondono, non conoscono minimamente la questione che vogliono trattare.

Diffondere notizie e previsioni catastrofiche utilizzando la strategia del creare allarme è pratica per poi accreditarsi quali paladini nella tutela dei diritti della categoria.

Un recente articolo pubblicato su ‘Orizzonte scuola’ riferisce che in Emilia Romagna i dirigenti troveranno 670 euro in più al mese di retribuzione di posizione/quota fissa, ma si ritroveranno anche da 270 a 480 euro in meno di retribuzione di posizione/quota variabile a seconda della fascia di appartenenza (sono quattro).”

Difficile comprendere persino a quale parte della retribuzione ci si riferisca, infatti lo stipendio dei dirigenti scolastici è costituito da una quota tabellare (che è la stessa per tutti i dirigenti dell’area) poi vi è la quota di posizione parte fissa determinata dalla contrattazione nazionale, a questa  si aggiungono la retribuzione di posizione parte variabile determinata in sede di contrattazione regionale (CIR: contratto integrativo regionale) e la retribuzione di risultato, anche quest’ultima stabilita in sede di contrattazione regionale.

In contrattazione regionale vengono stabilite le fasce di complessità degli Istituti alle quali è connessa quella parte della retribuzione che comprende posizione parte variabile e retribuzione risultato.

Dunque parlare di incremento di “retribuzione posizione/quota fissa” è fare subito grande confusione. Solo il nuovo contratto nazionale potrà infatti incrementare la parte di retribuzione che attualmente è fortemente sperequata tra dirigenti della scuola e i dirigenti dell’Area Istruzione, Università e Ricerca e la perequazione è ciò per cui l’ANP lotta e sta lottando. Questo grazie allo stanziamento di risorse previsto dalla Legge 205/2017 (Legge di bilancio 2018), che è il frutto della mobilitazione messa in atto dall’ANP dallo scorso anno (la Rabbia dei presidi e la manifestazione del 25 maggio 2017 a Roma).

Che c’entra l’Emilia Romagna?

In Emilia Romagna alcuni mesi fa si è firmato invece il contratto integrativo regionale (CIR) relativo all’anno 2016/17 (quindi siamo all’anno scorso) e finalmente, caduto il blocco degli stipendi pubblici, stabilito con il decreto 78/2010 c.d. Tremonti, e superati altri infiniti ostacoli e vincoli imposti dal MEF, che non consentivano alcun incremento sulla retribuzione della parte stipendiale di posizione variabile, si è potuto disporre che con il FUN (Fondo unico nazionale) si incrementasse la parte di posizione variabile (che è parte stipendiale pensionabile).

Affermare come scritto nell’articolo in questione che questi aumenti “stratosferici” domani non ci sarebbero più, è frutto di previsione catastrofica basata sul fatto che il Fondo unico nazionale, ripartito per sedi regionali, vede in Emilia Romagna la presenza di soli 340 dirigenti su 536 sedi scolastiche (196 reggenze).

Quando, dopo il concorso dirigenziale, tutte le sedi scolastiche avranno un dirigente (speriamo) il Fondo unico nazionale, assegnato per la parte che riguarda la regione Emilia Romagna, dovrà essere suddiviso per l’intero numero dei dirigenti in servizio.

Su questo si basa la previsione catastrofica che non tiene conto del fatto che è in corso la contrattazione nazionale che metterà in primo piano questo problema che dovrà essere risolto. L’ANP, in attesa della contrattazione nazionale e proprio per incrementare le risorse finalizzate alla retribuzione variabile, ha sollecitato l’Amministrazione ad alimentare il FUN 2017-2018 anche con i 10 milioni utilizzati per integrare il FUN 2016-2017 e con la RIA dei cessati degli anni 2014-2017 (http://www.anp.it/fun-integrazione-di-10-milioni-per-il-2016-2017-costituzione-del-fondo-2017-2018/).

Mettere il carro davanti ai buoi nell’intento di allarmare, è pratica usata da chi, come si diceva, si candida a farsi paladino delle vittime di catastrofi che sono solo immaginate.

Oggi l’Emilia Romagna ha un contratto regionale che vede incrementata la parte stipendiale di posizione variabile e si aspetta dal contratto nazionale una risposta per tutti i dirigenti della scuola italiana: la perequazione con la dirigenza dell’area di appartenenza, attraverso l’incremento della retribuzione della parte di posizione fissa.

Quando si scrive utilizzando definizioni e cifre, occorre essere corretti oltre che precisi.

La disinformazione e l’allarmismo sono pratiche che non ci appartengono e che quindi lasciamo agli aizzapopolo.