Cara Socia, caro Socio, come avrai sicuramente saputo, ieri 26 giugno il MIUR ha concordato con alcune sigle sindacali (confederali e Gilda) il superamento dell’istituto della cosiddetta chiamata diretta, introdotta dalla legge 107/2015.

Ieri sera ho immediatamente rilasciato all’ANSA una dichiarazione che oggi è stata largamente ripresa da numerose testate come puoi leggere sulla nostra rassegna stampa.

La voce dell’ANP si è fatta sentire forte e chiara con un giudizio fortemente negativo.

La chiamata diretta avrebbe potuto contribuire significativamente a migliorare la qualità del servizio scolastico ma fu da subito contrastata dallo stesso Esecutivo che aveva proposto e fatto approvare la legge 107.

Tantissimi colleghi, infatti, mostrando un senso del dovere e un senso dello Stato encomiabili, rinunciarono alle ferie estive del 2016 pur di assegnare agli alunni della loro scuola i docenti più idonei a realizzare il Piano dell’offerta formativa ma il loro impegno fu in gran parte vanificato a causa dei successivi accordi contrattuali sulla mobilità dei docenti.

In altri termini, la classe politica sembra voler ignorare che il sistema scolastico esiste solo in funzione dei nostri alunni e studenti.

Ad essi dobbiamo assicurare opportunità per un domani migliore dell’oggi.

Il recenterapporto OCSE sulla mobilità sociale, invece, ci mostra che la scuola italiana non è in grado di offrire pari opportunità a tutti.

Nonostante la gravità di questa situazione, la classe politica considera la scuola come un gigantesco ammortizzatore sociale il cui scopo principale è quello di assicurare un comodo posto di lavoro ai suoi dipendenti e tra essi, soprattutto, ai docenti.

Docenti che, per l’ANP, sono una risorsa fondamentale e imprescindibile: questo deve essere ben chiaro. Ma sia i docenti che i dirigenti (e lo stesso personale ATA) hanno un ruolo servente rispetto alla funzione d’istruzione.

Constatiamo oggi che il nuovo Esecutivo, purtroppo, non sembra capace di discostarsi da quelli che l’hanno preceduto: preferisce i docenti agli studenti.

Ora, più che mai, dobbiamo far sentire la nostra voce di protesta e far percepire con chiarezza il nostro dissenso.

Reitero quindi ai colleghi dirigenti in servizio, con più convinzione che mai, l’invito a NON COMPILARE il portfolio 2017/2018.

Un caro saluto.

Antonello Giannell

Ultimo aggiornamento (Mercoledì 27 Giugno 2018 20:55)